Stili di leadership: quali sono e caratteristiche
Se sei titolare di un'impresa, probabilmente sai cosa sono gli stili di leadership. Chi punta all'eccellenza ne conosce a fondo il ruolo chiave e sa quanto possono migliorare la situazione sotto tutti i punti di vista.
Anche le aziende in crisi e quelle desiderose di fare un salto di qualità possono trarre giovamento dalla scelta del modello dirigenziale.
Di seguito troverai un approfondimento sul tema.
Cosa si intende per stili di leadership
Con tale espressione ci riferiamo alle modalità e ai comportamenti messi in atto dal datore di lavoro per massimizzare la resa di dipendenti e collaboratori.
Ecco gli aspetti su cui si agisce:
- organizzazione
- pianificazione
- armonia di gruppo
- controllo
- motivazione
- conoscenze
- competenze
- orientamento al risultato.
La scelta della migliore strategia non è mai definitiva: dipende dagli obiettivi, dal tipo di persone presenti nel team e dai margini di miglioramento delle attività. Pertanto, puoi cambiare modello in base alle tue esigenze a breve o a lungo termine.
Posso fare a meno dei modelli di leadership?
Non ispirarti a un modello di guida aziendale significa aprire le porte al caos, indipendentemente dalle dimensioni della tua impresa. Adottare uno stile di leadership, infatti, ti permette di dare un senso alle attività e ampliare gli orizzonti su tutti i fronti.
I benefici puoi notarli in termini di motivazione, incremento dei profitti, aumento dell'armonia tra i membri del team, rispetto delle scadenze e qualità del lavoro. Un ambiente favorevole, inoltre, è un terreno fertile per nuove idee, proposte e alternative fuori dagli schemi, l’ideale in termini di produttività in azienda.
Anche l'ostinazione a utilizzare la stessa metodologia può fare danni, specialmente quando non produce più i risultati sperati. Spesso un cambiamento di strategia o, almeno, una modifica di alcune variabili può portare a risultati ragguardevoli.
Quali sono gli stili di leadership?
Già nella prima metà del Novecento, lo psicologo Kurt Lewin (1890-1947) aveva individuato 3 modelli dirigenziali da cui derivano le classificazioni odierne.
Secondo il padre della psicologia sociale possiamo distinguere 3 tipi di leader comportamentali:
- laissez-faire
- autocratico
- democratico.
Il primo dà pieno potere decisionale ai dipendenti e fa in modo di essere coinvolto il meno possibile. Tale situazione potrebbe verificarsi, per esempio, nelle grandi aziende con più filiali o quando il titolare instaura un rapporto di fiducia con il personale.
Al contrario, il capo autocratico prende decisioni incontestabili senza rendere partecipe il gruppo, imponendo la propria volontà agli altri. Questo sistema trova riscontro nei contesti militari o in scenari in cui c'è l'urgenza di raggiungere determinati obiettivi, ma può provocare malessere in caso di cattiva gestione.
A metà strada tra le due opzioni precedenti si colloca il leader democratico, che si occupa attivamente della direzione dei lavori, ma tiene conto delle indicazioni fornite dalla squadra. Considera i collaboratori come risorse da valorizzare e da cui trarre spunto per lo sviluppo di nuovi progetti.
Una classificazione più recente e presa in considerazione in ambito imprenditoriale proviene dallo psicologo Daniel Goleman. Oltre ai tipi di leadership democratico e autoritario (il laissez faire non viene incluso), ne identifica altri 4:
- coach
- federativo-affiliativo
- visionario
- incalzante.
Il coach è un capo in grado di risvegliare e fortificare la componente motivazionale in chi lo circonda; l'approccio è orientato al singolo, poiché il miglioramento di un team parte da quello individuale.
Sempre proteso alle esigenze delle persone è il leader federativo-affiliativo. Figura perfetta in caso di crisi e conflitti tra collaboratori, lavora sull'emotività e punta sull'armonia di gruppo.
Il capo visionario riesce a far emergere il lato idealista nelle attività professionali, senza perdere credibilità e carisma. La sua abilità consiste nell'avere regole chiare e, allo stesso tempo, trasmettere la propria vision al punto da renderla un "sogno in condivisione".
La leadership incalzante, infine, è tipica degli ambienti competitivi e pone il focus sul conseguimento dei risultati. Come lo stile autocratico, va dosato con parsimonia per non turbare la serenità del team.
Stile di leadership più adatto nel contesto lavorativo
Come già anticipato non esiste un modello multitasking, adattabile a tutte le situazioni.
La dirigenza autocratica, per esempio, può funzionare con dipendenti poco collaborativi, per brevi periodi di sovraccarico ed emergenze; quella incalzante è utile per ampliare il target di riferimento, gli orizzonti lavorativi e la zona di comfort.
Il capo laissez faire è una figura adatta solo in presenza di collaboratori particolarmente competenti e autonomi; il coaching, invece, può esserti d'aiuto quando devi inserire uno o più collaboratori nella tua impresa o guidarli nello svolgimento di nuove mansioni.
Le situazioni di difficoltà e i contrasti richiedono un leader affiliativo-federativo, mentre il valore della condivisione trova spazio nel modello democratico (sul piano delle idee) e in quello del visionario (riguardo alla mission), per i quali è indispensabile una grande empatia.
In definitiva, scegliere degli stili di leadership consoni alla tua impresa richiede competenza, capacità di adattamento e di analisi non comuni. La formazione può fare la differenza: se desideri dare una svolta alla tua attività, puoi frequentare un corso ad hoc.